domenica 4 gennaio 2009

Concetto di spazio in seconda elementare

Concetto di spazio e scuola
2^ classe elementare
- METODOLOGIA E DIDATTICA


Da un primo gioco libero con materiali vari, si passa gradualmente al progetto di uno spazio pensato “a priori” per riprodurre un video, un racconto, ecc. tramite disegni, plastici, ecc. attività molto gradite ai bambini e che rinforza le loro idee sulle caratteristiche possedute dall’ambiente e dal territorio.
Ecco quindi che un video emozionante come quello riguardante i vulcani e la formazione delle montagne, può essere rivissuto in classe tramite disegni e cartellone alla parete. Gruppi di quattro cinque bambini hanno quindi costruito dei “fondi del mare” con della plastilina diversamente colorata. Quindi le diverse “piattaforme marine” sono state sovrapposte e il “movimento tellurico” rappresentato dalla spinta della mano a pugno ha fatto “innalzare il fondo marino” dando forme a monti che i bambini hanno subito riconosciuto le stratificazioni visibili in montagna.

Infine si è provveduto a stilare un progetto di cui fare prima un disegno che rappresenti l’ambiente originario (con tanto di nomi su cartellini) e quindi un plastico di quell’ambiente diventato in parte anche “territorio”.

NOTA: fare i plastici è un’attività molto gradita ai bambini ed è straordinariamente efficace per il percorso cognitivo in senso lato (nomenclatura, ecc.), ma anche come strumento di socializzazione (gli alunni “perfetti” imparano che il “non perfetto” dei compagni corrisponde ad una realtà: gli alberi storti, le case una sull’altra, ecc.).

Gli alberi si ottengono colorando e arrotolando un foglietto e tagliuzzando “le radici” da incollare e i “rami” da disporre; la montagna è costituita da un giornale asciutto sommariamente accartocciato, sul quale vengono disposte alcune striscioline di giornale bagnate nel vinavil (che una volta asciugatesi renderanno “la montagna” sufficientemente solida)



Verso la fine della classe seconda gli alunni sono maturi per assumere un’altra importante peculiarità riguardante lo spazio: l’estensione e la possibilità/necessità di una sua misurazione.

Il gioco iniziale, che sviluppi l’interesse verso la necessità di misurare lo spazio, può consistere, alla fine della seconda classe, in una sorta di finzione tramite “telefonata”, nella quale due bambini, senza guardarsi, devono darsi a vicenda informazioni circa le dimensioni dell’aula, di un banco, di una sedia, di una finestra.

Gli alunni si divertono molto nel constatare i pochi strumenti che possiedono per comunicare tale informazione e si interessano alla soluzione della cosa.

Passano quindi con interesse alla misurazione dell’aula fatta, dapprima, in modo arbitrario: i passi di Ilaria non danno sul quaderno lo stesso numero di quadretti dei passi di Francesca che sono molto più lunghi; tutti gli alunni si muovono per l’aula. misurando, confrontando le rispettive misurazioni, ciascuno con i propri passi, riportandole sul quaderno a quadretti (1 quadretto= 1 passo quadrato).

Una volta constatato che la misura così ottenuta non è utile “al telefono”, la classe perviene a comprendere che è necessario disporre di una MISURA UGUALE PER TUTTI e sceglie il compagno “misura unica”.

Ecco dunque compresa ed accettata la necessità di un codice unico per tutti.

Se in seconda saranno i passi di Ilaria, in terza classe si perverrà facilmente al metro.


Tramite una storia (in questo caso “La storia di Valentino”) è possibile iniziare i bambini al concetto di “percorso geografico” che comprende anche contenuti emotivi diversi e spunti didattici interdisciplinari (Valentino esce per andare dall’amico, passa per un bosco, attraversa un ponticello, raccoglie delle fragole, vede un pesce, ecc.): ogni tappa potrà essere ascoltata, scritta, disegnata, rappresentata dai bambini stessi in più giorni e con diversi “attori” che diano la loro propria interpretazione (Valentino corre o va lentamente, fischia, si ferma per qualche minuto o no, ecc.).


Alla fine il concetto sarà interiorizzato sufficientemente.

Nessun commento: