lunedì 29 ottobre 2007

LA RIEDUCAZIONE DELLA DISLESSIA NELLA SCUOLA

ALLA SCOPERTA DEL BAMBINO DISLESSICO

"Finalmente lo sottoposi a un test di letteratura compilato dalla Società Alfred Binet: un raccontino di poche righe, semplice nel contenuto e di apparente facile lettura, ma che in realtà contiene accostamenti di parole che sono tranelli, disseminati fra parole semplici per ogni bambino che affronta un combattimento con la combinatoria dell'alfabeto.
Lo trascrivo integralmente.

Niente come leggerlo rende l'idea di come restasse misteriosa per me la dislessia di Umberto, di come la difficoltà della lettura, quando si manifesta, possa sfuggire totalmente all'immaginazione di chiunque abbia raggiunto l'automatismo della lettura senza accorgersene.


«Pierina ritorna cantando dalla scuola del villaggio; passa per un sentiero fiancheggiato da biancospino, i ramoscelli sono coperti di mazzolini bianchi e rosa. "Buongiorno, Pierina," sembra che dicano quei bei fiorellini bianchi.
«Pierina si avvicina e aspira il profumo tenue dei fiori. Con i suoi occhietti neri un cardellino guarda la bambina che viene avanti sorridendo. Cinguetta, saltella, s'avvicina e s'allontana. "Vieni, bell'uccellino dorato" dice Pierina tendendo la mano "non ti farò del male."
"Ciò, cio, sto bene qui" dice l'uccellino "Ho paura della gabbia; la gabbia è una prigione. Addio, bella bambina.
Se ne vola via allegramente e va a dondolarsi sul ramo sottile e flessibile di un giovane pioppo.»

Umberto si accinse alla lettura del piccolo brano con la solita aria svogliata, rassicurato persino dalla sua brevità.
Più che osservare lui, tenevo d'occhio la lancetta dei secondi del mio orologio da polso. Cercavo di essere disinvolto, ostinandomi ancora a nascondere la mia ansia, a lasciarlo all'oscuro.

Sapevo che la lettura del testo doveva essere fatta in meno di 210 secondi da un qualsiasi bambino di sette anni scolarizzato e Umberto ne aveva nove.

Si impuntò fin dalle prime parole, le crescenti difficoltà che incontrava sembravano ormai spaventare più lui che me, pure riusciva a nascondersi con quella perizia adulta che non mi sorprendeva più.

Dovevo calcolare il tempo che impiegava nella lettura del brano e contare gli errori che commetteva per avere una valutazione del ritardo rispetto alla sua età e alla norma corrente, ricavata dalle statistiche eseguite nelle scuole elementari francesi....



... Nella stanza in cui la signora Palmieri lavorava un bambino nuotava su un tappeto, cioè strisciava faticosamente per terra eseguendo i movimenti di chi nuota, sbracciandosi come nell'acqua, sforbiciando a fatica le gambe.

Un altro bambino seduto accanto a lei leggeva cantilenando, seguendo il tempo di un metronomo che batteva il ritmo... Erano due bambini dislessici sui sette anni..

Non volevo perdere un solo gesto, un solo movimento, né un suono di ciò che avveniva in quella stanza. Sebbene mi sfuggisse la funzione terapeutica degli esercizi che vedevo fare per la prima volta, ne afferravo l'utilità, il beneficio che procuravano....

Mi rendevo all'improvviso conto che la dislessia non si curava supplicando o imponendo di leggere, o costringendo quotidianamente a esercizi di scrittura che determinavano miglioramenti minimi e provvisori, destinati a sparire a ogni interruzione prolungata per più di un giorno, ma insegnando a tutto il corpo a muoversi nello spazio, a recuperare e a rivivere una stagione dell'infanzia vissuta male, oppure salta, come vissuta senza avvedersene, senza accumulare esperienze.....

... Ma ciò che mi sgomentava era constatare che ogni metodo rieducativo che si proponeva, si riferiva a bambini piccoli. I risultati ottimali, cioè, si raggiungevano se la dislessia veniva curata nei primi anni di scolarizzazione e un ruolo decisivo doveva avere la scuola".
Ugo Pirro Mio figlio non sa leggere, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1984


Il problema non è facile e richiede la collaborazione della famiglia, della scuola e dell'ambiente in cui il dislessico vive, dell'insegnante, dei compagni di classe e degli operatori sociali.
È indispensabile anzitutto creargli attorno un’atmosfera di sicurezza.
In classe bisognerà adottare delle strategie atte a promuovere nel bambino un'azione di costante incoraggiamento.
Manuale di Formazione e Aggiornamento degli insegnanti (a cusa di S.Danieli) Giunti Editore - 1990 Firenze

... All'atto del recupero noi abbiamo considerato che qualunque possa esserne la causa .... nella lettura e nella scrittura la dislessia si esprime come difficoltà a percepire i fonemi (lettere e sillabe) e la loro successione....

Non dobbiamo dimenticare che nel bambino dislessico spesso non si sono ancora formati i concetti destra - sinistra, sopra - sotto e la rieducazione psicomotoria in genere avviene contemporaneamente all’apprendimento relativo alla scrittura e alla lettura.

....Qualche considerazione sul modo scelto per portare i dislessici a scrivere e leggere. ....

Non di rado vengono commessi errori nella presentazione delle lettere prima che inizi la scuola e in tal caso l'insegnante si troverà a dover rimediare errori precedenti.

... Nella rieducazione del dislessico è importante che scrittura e lettura procedano di pari passo .... Non esistono norme precise per la presentazione dei suoni perché a volte si stabiliscono insospettate difficoltà di riconoscimento....

Quando il bambino è esercitato a cogliere gli elementi strutturali delle prime lettere e ad identificarle con sicurezza, procederà successivamente con un ritmo molto più veloce.

Nei primi due mesi di scuola, e spesso anche prima, il bambino è in grado di imparare a riconoscere tutte le lettere e tutti i simboli relativi ai primi dieci numeri (anche se con la gradualità necessaria all’assimilazione dei concetti).

Un periodo abbastanza lungo viene invece impiegato nel favorire l'associazione consonante - vocale.

Ma poiché molti errori riscontrati nella scrittura del dislessico (inversioni, omissioni, sostituzioni) sono da imputarsi proprio a questa mancata associazione, su questo punto è bene insistere fino a quando non se ne sia constatata l'esatta riproduzione.

A fine gennaio, se il procedimento è adottato sin dall'inizio dell'anno scolastico, i bambini in genere sono in grado di scrivere tutti i tipi di parole e possono essere lasciati liberi di esprimersi spontaneamente, senza tuttavia tralasciare i dettati comprensivi di tutte le difficoltà e quelli sugli errori più frequenti...

.... Il trattamento specifico per il dislessico ... è indirizzato nelle linee generali ad un'intera scolaresca partendo dal presupposto che nessun bambino sappia, all'inizio del primo anno di scuola, scrivere e leggere.

In tal caso, i soggetti dislessici potrebbero procedere pressoché contemporaneamente agli altri nella conoscenza delle lettere e nell'acquisizione della lettura....
C.Cavazzutti Pavarotti e altri - La rieducazione del dislessico nella scuola elementare - Ed.La scuola 1982 Brescia

Nessun commento: