Il mio pensiero
Ogni apprendimento, perché sia efficace e duraturo, deve essere correttamente interiorizzato. Questo vuol dire che quanto si è appreso deve riuscire ad incardinarsi nella persona in formazione, poter essere smontato e rimontato per poter essere utilizzato in contesti diversi.
Ciascun bambino ha i suoi tempi per assolvere questa necessità, ma è indispensabile che quanto viene via via apprendendo nelle classi elementari sia il frutto di attività che in un qualche modo egli ha “agito” con il corpo, con i sensi, con le sole mani, ecc. (contare salendo e scendendo le scale, contare spostando gli oggetti, apprendere l’alfabeto saltando, apprendere i concetti e, contestualmente, la nomenclatura geometrica in palestra, ecc.).
Tutto deve passare attraverso l’intervento corporeo del bambino, il suo coinvolgimento emozionale che può anche “mimare” letture o parti di storie o, quando questo non è possibile, sentirsele leggere con quella atmosfera particolare che “incanta e suggestiona”, in modo che in lui l’emozione sostenga la elaborazione e interiorizzazione di quanto va ascoltando.
In egual modo i diversi giochi adottati arricchiscono il patrimonio di concetti e termini relativi alla struttura grammaticale della lingua, facendo acquisire con facilità e sicurezza la capacità di distinguere nomi, qualità, azioni, nomi propri, di cosa, ecc. allo scopo di utilizzarli per una comunicazione anche orale sempre più precisa.
Quanto interiorizzato con i giochi viene solo in seguito sostituito gradatamente con i termini codificati, come “maschile/femminile”, “singolare/plurale”, “qualità/aggettivo”, “azione/verbo” ecc.
Il percorso di apprendimento della scrittura si avvale, mano a mano arricchendosi, anche dei concetti e della nomenclatura propri del campo logico-matematico e aritmetico, e può utilizzarne anche gli stessi simboli (+. - < > = tabelle, ecc).
Gli esercizi linguistici, aritmetici e logici pervengono a “guadagnare” la forma scritta (che si evidenza nel materiale prodotto dai bambini) solo dopo numerosi giochi pratici, i quali hanno lo scopo di avvicinare e far comprendere le connessioni e le articolazioni di quanto deve essere appreso.
Così, ad esempio, per comprendere la funzione degli articoli (e poi delle azioni o delle qualità), si stimolano giochi dove ogni bambino scelga di rappresentare una parte del discorso e lo scriva sopra un cartellino da tenere sul petto davanti a sè: quindi un gruppetto di due o tre bambini procede alla composizione di una breve frase di senso compiuto., spostando man mano i compagni in modo appropriato.
Il gioco suscita discussioni interessanti tra i bambini (che non possono usare tutti gli “articoli” presenti.
Dal canto loro gli "articoli" scartati, dispiaciuti per il non utilizzo, si sforzano in seguito di impersonare una qualche parte del discorso meno negletta.
Certamente ci vuole molto tempo a svolgere questa sorta di attività (quasi un'oretta), ma ritengo che tale tempo non possa essere affatto considerato "perduto", bensì tempo “ben investito"!
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