domenica 4 novembre 2007

L’HANDICAP NELLA SCUOLA

SFOGO DI UNA MAESTRA

Caro figlio lontano,

... A proposito dell’inserimento degli handicappati psichici nella nostra scuola (di quelli fisici non ho diretta esperienza), ma chi potrebbe comprendermi nella nostra demagogica società?

Vorrei dire che in tutto l’anno della prima elementare (ma se restavo sarebbe stato fino alla quinta) io, insegnante di lingua e tramite essa della bellezza del vissuto linguistico e della comunicazione.

Io che reputo trasmissibile la lingua prima ancora che attraverso le tecniche, attraverso il pathos della lettura fatta ai bambini, del loro rappresentare fisicamente le parole (“i pulcini si stringevano l’uno all’altro intimoriti e tremanti”: prova a pensarli i miei bambini che devono rappresentare, analizzare, interiorizzare gli atteggiamenti e i sentimenti dell’intimorito, del tremante e poi dell’invenzione conseguente:“e se reagissero” “cosa potrebbero fare?”).

Bene, in un intero anno scolastico non sono riuscita a leggere ai bambini, neppure brevemente, una sola storia perchè la bimba mongoloide (per altro tanto affettuosa e carina) che avevo, per carattere (ma è anche una caratteristica specifica) voleva sempre essere al centro dell’attenzione di tutti e faceva la pagliaccia; ho provato a leggere tenendomela in braccio, ma non era assolutamente in grado di seguire neppure un po’ e invece faceva continue smorfie per far ridere i compagni ...

Quale pathos? ho desistito dell’intento di occuparmi di lettura anche se insegnavo lingua!

Insomma, in nome di cosa veramente si sacrifica un’intera classe?

Perchè l’inserimento dei portatori di hand, per il quale a suo tempo io ho fieramente lottato e che giudico una buona cosa, è stato fatto in modo così becero?

Perchè TUTTO il tempo scolastico della classe deve essere passato insieme ai bambini sfortunati (e non solo qualche ora, ben programmata per costituire un reale inserimento?), con grave danno non solo per tutti i bambini della classe, ma anche per lui stesso, che abbisogna di tecniche altre, che ora deve fare dopo e in aggiunta all’orario scolastico (se tempo pieno sono otto ore), quando è stanco?

Prova a dirlo in giro....!!!
Ricordo che quando tua sorella fu iscritta al primo anno dell’Istituto d’arte di Venezia quando già era evidente il problema dei “laboratori”, insufficienti per i tanti iscritti.
Presa la parola in assemblea ho sostenuto che bisognava subito (era ottobre) avvisare le competenti autorità che l’anno dopo si sarebbe chiuso il numero delle iscrizioni alla prima classe qualora non fossero stati concessi i laboratori necessari: fui tacciata di fascismo in nome dei diritto allo studio e a nulla è valsa la mia riflessione che tale diritto sarebbe andato depauperandosi anno dopo anno ugualmente e più gravemente se non avessimo messo con forza il problema dinanzi alle autorità politiche che dovevano risolverlo.

Così è stato e dopo un paio d’anni i ragazzi seguivano solo “attività pratiche” ORALI!

Purtroppo credo che la demagogia sia una delle dominanti della nostra sciagurata socialpolitica italiana.....

mamma - 1997

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