domenica 4 novembre 2007

SCUOLA E PORTATORI DI HANDICAP

IL RECUPERO DI LUCA

In ottobre, con i molti “punti” e soprattutto in virtù del mio diploma biennale specifico per i bambini con handicap, mi fu affidato un incarico annuale a .....

Ogni mattina fendevo la massa dei turisti immoti e “incocaii” in Piazzale Roma, mi infilavo per circa tre quarti d’ora in piedi sull’autobus 7, strapieno. Arrivata a M... prendevo la mia bici dal posteggiatore e pedalavo velocemente circa un quarto d’ora per arrivare a scuola entro le 8,15.

Il brutto era con la pioggia: il mio ombrellino pieghevole che tenevo con la mano veniva ripiegato dal vento e io mi bagnavo tutta; peggio ancora con la neve, dato che la ruota scivolava e sbandava continuamente!

Fu un anno scolastico duro, ma fui ripagata dai progressi di un bambino, Luca e dalla gioia di sua madre.

Feci una relazione di fine anno al Direttore (non richiesta e accettata con sufficienza)

ECCOLA!

Al Direttore didattico del Circolo ...... (Venezia)

Allegata alla presente Le invio la relazione relativa alla mia attività presso la scuola di Via .... nell’anno scolastico .....

Copia della stessa è stata da me consegnata al maestro A., alla signora B. e, per la parte che la riguarda, anche alla signora F.(su sua richiesta).

Distinti saluti , M.B.

RELAZIONE SULL’ATTIVITA’ DA ME SVOLTA PRESSO LA SCUOLA ELEMENTARE DI Via ... (M... II) nell’anno scolastico 1978-79, in qualità di insegnante di sostegno.

In accordo con il direttore e con il consiglio dei docenti ho dedicato la maggior parte del mio tempo a Luca, della III classe del maestro A. Ho riservato a Paolo (I classe) un tempo minore, mediamente sei ore settimanali (dato che su di lui agiva già, per 5 giorni settimanali, una terapista della provincia, la signora B.).

Il primo passo da me effettuato è stato quello di indagare sia sul tipo di handicap di cui era portatore Luca, sia dei conseguenti modi di in­tervento.

Il primo di tali compiti è stato notevolmente arduo, data la mancanza assoluta di contatti tra la scuola e il Centro medico provinciale che segue il bambino (fortunatamente in parte risolta dal colloquio con la terapista operante nella scuola).

Anche la ricerca del tipo di intervento non è stata facile, giacché mi mancava anche, completamente, ogni riferimento relativo agli anni precedenti, ai metodi e alle didattiche adottate, ai risultati raggiunti.

Ad ogni modo ho proceduto come segue, adottando via via le modifiche che si rendevano necessarie:
per circa due settimane ho tenuto il bambino, generalmente da solo, con me nelle prime due ore di lezione (fuori della classe).

Mi sono dedica­ta all'indagine delle sue capacità e possibilità adottando tecniche per forza di cose estremamente carenti.

Ho così appurato che Luca presentava, a mio avviso, età mentali discordanti, in qualche caso coincidenti anche con la sua età fisica.

Per quanto attiene invece a lettura, scrittura e calcolo, Luca era in grado di leggere e scrivere solo semplicissime parole bisillabe e oltretutto con estrema difficoltà, data la scarsissima disponibilità di tempo nell'attenzione (circa un minuto).

Conosceva però i primi dieci numeri e le più semplici forme geometriche, disegnava e parlava con sufficiente proprietà, pur non amando l'uso dei colori.

Ho cercato di adeguare il mio intervento all’obiettivo di aumentare il tempo dell'attenzione, adottando per questo giochi stimolanti e variati e attività di gruppo (manualità, drammatizzazione, invenzione di storie, disegni, ecc.) utilizzando le "classi aperte" realizzate dai maestri di terza.

Luca era stato inizialmente inserito in un gruppo fisso (ogni gruppo “in toto” avrebbe cambiato il proprio maestro ogni due, tre interventi).

Luca è sempre venuto spontaneamente con me, ma senza rendersi conto di non essere più nel gruppo originario e abbiamo ritenuto opportuno non costringerlo a fare diversamente.

Nell’attività di gruppo mi è stata necessaria una particolare e attenta opera di mediazione tra Luca e i suoi compagni, cercando costantemente di creare gli spazi nei quali egli potesse agire costruttivamente con gli altri senza peraltro creare loro difficoltà troppo grosse.

Salvo qualche raro momento di sfiducia in se stesso, che si evidenziava con rifiuto e aggressività, mi è parso che l’esperimento di effettiva socializzazione sia riuscito e Luca si sentisse appieno inserito tra i compagni.

Ho ritenuto, in accordo con il suo maestro A., che fosse opportuno tenere Luca fuori dell’aula per circa due ore tutti i giorni (cosa che si è potuta mantenere per l'intera durata dell'anno scolastico), al fine di poterlo meglio aiutare nell'acquisizione degli strumenti di base.

Per meglio destreggiarmi ho avuto talvolta "in prestito" dei bambini di seconda di livello analogo a quello di Luca. La più assidua è stata una bambina della seconda che presenta, secondo me, gravi carenze di tipo dislessico. Secondo il giudizio della sua maestra il mio intervento le è giovato.

Sia Luca, sia gli altri bambini venivano con me molto volentieri (al punto da chiederlo con insistenza ai maestri) e quindi l'allontanamento temporaneo dalle classi non ha avuto risvolti negativi.

Con loro utilizzavo giochi didattici da me inventati quotidianamente ("gioco dell'oca" con numeri e dadi adattati, giochi di parole con cartoncini, particolari "carte da gioco”, ecc.).

A fine anno e prima della naturale stanchezza estiva che precede le vacanze, Luca ha eseguito abbastanza volentieri per due o tre volte un breve dettato (di argomento motivato) di circa 15 parole, riuscendo a mantenere l’attenzione in tale compito per ben 25 minuti consecutivi: da sottolineare peraltro la necessità di continua vicinanza e incoraggiamento.

Per il calcolo Luca è ora in grado di eseguire addizioni senza riporto in colonna, conta fino a 50 in modo sicuro e anche oltre, sa leg­gere i numeri dentro il 100.

Fondamentale nel mio rapporto con Luca e per i progressi da lui effettuati si è rivelato il settimanale colloquio che ho instaurato con la madre, per scambiarci reciproche informazioni circa l'attivi­tà di Luca a scuola e in casa.

Mi pare sia stato importante, in particolare, coinvolgere la madre nella comprensione del “perché” suggerivo certe attività da far svolgere a casa al bambino, cosa che ho ottenuto spiegando ogni volta, in modo estremamente dettaglia­to, la dinamica e la necessità di operazioni e movimenti (spazzare la cucina, stirare fazzoletti, piegare vestiti, ecc.).

Luca ha dimostrato interesse per la lettura della carta geogra­fica e in particolare dell'Italia. Inoltre, a fine anno, utilizzava nel disegno la completa gamma dei colori (mentre inizialmente preferiva usare solo la matita, oppure il marrone o il nero).

L’attività con Paolo si è articolata con il bambino nella sua classe, aiutando la maestra ad organizzare attività nelle quali egli potesse agire attivamente.

Date le difficoltà dl Paolo, non sempre l’obiettivo è stato raggiunto. Nei giorni più “difficili” Paolo, a mio giudizio, era sofferente per la propria inadeguatezza e proprio per questo diventava aggressivo e di malumore.

Ritengo comunque positivo l'inserimento raggiunto da Paolo all 'interno del suo gruppo-classe. Per merito della terapista, sig.ra Elide B., anche l'attività motoria e manuale può ritenersi considerevolmente migliorata nel tempo.

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