Questi i primi impegni all’inizio della prima, qui scritti in ordine non gerarchico:
formare il gruppo classe - conoscere i bambini - creare un contatto efficace con le famiglie - rispondere in modo adeguato alle aspettative di “imparare” che hanno i bambini stessi
Ho individuato nell’effettuazione di giochi per gruppi o collettivi la metodologia necessaria a perseguire sia il primo che il secondo obiettivo.
E’ stato necessario, inoltre, “analizzare” i singoli bambini per scoprirne al più presto le caratteristiche dal punto di vista prettamente scolastico, allo scopo di mettere in atto le strategie necessarie a superare le eventuali difficoltà di apprendimento.
Così, dopo un mese di osservazione, nella classe risultavano presenti, oltre ai casi dubbi e alle diversità naturalmente presenti in un gruppo di bambini.
un bambino dislessico in modo accentuato,
un bambino ipercinetico e molto lento nella comprensione,
un bambino moderatamente autistico,
un bambino assolutamente disadattato all’ambiente scolastico per motivi familiari,
C., non sapeva letteralmente né camminare, né correre, ma si spostava solo saltellando di traverso, un po’ come un gamberetto.
Avrei poi dovuto scoprirne le motivazioni nel suo vissuto familiare (il padre, morto prima della sua nascita in una escursione in montagna, aveva prodotto una reazione di eccessiva prudenza nella mamma e soprattutto nei nonni, che non consentivano al bambino alcuna esperienza motoria autonoma, tenendolo sempre a mano e senza mai farlo camminare su muretti o bordi).
Oltre a non saper camminare, C. non sapeva neppure stare seduto: scivolava continuamente dalla sedia sul pavimento, pur sembrando interessato a seguire quanto veniva fatto in classe e si fermava lì a lungo, muovendosi continuamente le dita delle mani davanti agli occhi.
C. rappresentava davvero un mistero: si esprimeva con un linguaggio ricco e ricercato, in perfetto italiano (divenne il nostro “esperto di scienze”!). All’inizio avevo pensato provenisse da una famiglia molto acculturata ...! Poi venni invece a scoprire che passava le sue giornate con i nonni analfabeti, visto che la madre (diplomata) lavorava tutto il giorno; tutta la famiglia, comunque, parlava sempre e solo in dialetto!
domenica 30 settembre 2007
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