lunedì 15 ottobre 2007

COMUNE INADEMPIENTE, MAESTRA INTRAPRENDENTE

NON IL BUIO DELL'IGNORANZA!




Era una settimana che in classe non potevamo far niente.

Per l’ennesimo giorno ci ritrovammo, i bambini ed io, nell’aula semibuia: erano rotte le uniche due lampadine al neon del soffitto, fuori, Venezia era, come spesso d'inverno, grigia e nebbiosa.
Non ci si vedeva quasi neppure per camminare tra i banchi.

La richiesta urgente al Comune perché cambiasse le lampadine, fatta tramite il direttore, non aveva avuto alcun esito.



Dissi ai bambini di rivestirsi e prendere la cartella.
Dopo mezz’ora eravamo in una sala d’attesa del comune, i bambini stesi a terra tra il via vai della gente, io in piedi: non troppo comodi.... ma cominciai a far lezione, mentre i bambini si ingegnavano a scrivere sui loro quadernoni.
“Ma cosa fate? Non si può stare qui!” disse un vigile esterrefatto.
“Eh, lo so – gli risposi - ma non so proprio come fare a far lezione al buio! Questo in fondo, come la scuola, è un locale pubblico di proprietà del Comune e quindi possiamo ben starci!”.

Fu così che il giorno dopo trovammo l’aula finalmente debitamente illuminata!



MEDICO DI FORTUNA


Quel giorno eravamo usciti, come al solito, ad osservare la città.
Eravamo andati piuttosto lontani (quasi un’ora di strada), fino a Piazza San Marco (la scuola era nel quartiere periferico di Santa Marta e una bambina non aveva mai visto la Piazza).

Tiziana si chinò all’improvviso per un dolore.
Ormai, dopo le peritoniti dei miei figli, mi ero impratichita: la feci stendere su di una panchina e ... la visitai rapidamente.
Dopo di che decisi di non farla più camminare.
Al telefono di casa sua non rispondeva nessuno: tutti erano al lavoro.
Venezia, per chi si sente male, è una città molto difficile!
Così mi caricai la bambina “a cavacecio” e tornammo alla lontana scuola.

Fu operata di appendicite nel pomeriggio!

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