INTRODUZIONE AL METODO DA ME IDEATO ED APPLICATO CON SUCCESSO
“La dislessia è un disturbo che impedisce il normale apprendimento di lettura e scrittura...
Secondo le statistiche rilevate in diversi paesi, la frequenza della dislessia è indicata nella misura del 5-10% dell'intera popolazione scolastica; in pratica un bambino su 10.
Il 5% di questa percentuale lo è in modo molto grave.
Il che significa che in una classe di circa venti bambini, vi sono buone probabilità di trovare un dislessico grave e due o tre non gravi. .......
Considerando che il numero e la gravità dei bambini dislessici aumenta nelle scuole dove è applicato il “Metodo Globale” (in Italia quasi il 98% - il metodo globale presenta come prima cosa una intera frase, da copiare per più giorni fino all’ automatica decodificazione in parole prima, in sillabe e lettere poi, da parte degli alunni)) ....si è osservata la necessità di aiutare il bambino ... con un metodo diverso...
Il metodo utilizzato, sia esso sillabico o analitico, non modifica i risultati che si ottengono nell'apprendimento della lettura e della scrittura....”
CARLA CAVAZZUTI PAVAROTTI, FRANCA TONI GIOVANARDI - LA RIEDUCAZIONE DEL DISLESSICO NELLA SCUOLA ELEMENTARE - EDITRICE LA SCUOLA , 1982, BRESCIA,
I miei studi messi in atto non appena ho saputo di dovermi occupare di una classe prima, mi hanno messo in contatto con la tragica realtà di questi tantissimi bambini presenti nella nostra scuola e ben esposta da Ugo Pirro nel suo libro:
“A Umberto fu assegnato ben presto un ruolo di elemento disturbatore, mentre era la vittima... i suoi comportamenti esasperavano. Veniva continuamente espulso dalla classe, isolato nei corridoi. Nessuno sospettava che egli cercava di nascondere il suo disturbo spingendo la professoressa di turno a escluderlo dalla lezione, proprio per non mostrare a tutti la sua difficoltà di lettura, la sua scrittura faticosa e sofferta....
Il preside mi ascoltava indignato e incredulo, sosteneva che Umberto era stato maleducato, che lo scarso profitto era dovuto semplicemente alla cattiva volontà, alla mancanza di applicazione allo studio. Umberto disturbava, comprometteva lo svolgimento dei programmi e dunque bisognava operare per eliminare quel corpo estraneo alla scuola....
Importante era che Umberto restasse fermo, muto, presente ma come assente, che permettesse agli altri di imparare e gli sarebbe stato perdonato anche l'analfabetismo".
Consapevole che il rapporto che avrei saputo instaurare con i miei alunni sul piano umano era fondamentale e che ero assolutamente certa di non volermi servire del micidiale metodo globale, ho integrato le letture e gli spunti di alcuni autori con quanto mi serviva ed ho creato un metodo particolare, da svolgersi con l’aiuto della famiglia e in assoluta concomitanza con quanto viene fatto in classe.
Per prima cosa ho dedicato le prime due settimane di scuola, insieme alla mia collega Sara, ad uno stretto dépistage dei bambini, per scoprirne le difficoltà peculiari cui dover rimediare, in particolare per quanto riguarda proprio la dislessia..
Il metodo da me ideato ed applicato ha avuto successo sia con i due bambini dislessici lievi sia con quello più grave.
Posso dirlo con certezza visto che sono passati più di vent’anni e questi ragazzi sono ormai giunti all’Università!
E’ ben vero che il bambino dislessico piu’ grave ha avuto la fortuna di avere una madre che si e’ dedicata con molto impegno ad eseguire quanto da me prescritto e il bambino (come gli altri meno gravi) ha potuto così raggiungere la “guarigione” in tempi ragionevoli e, soprattutto, senza sentirsi “diverso” nel contesto della classe (dove venivano attuati spesso anche gli esercizi specifici suggeriti nel programma.
Devo peraltro osservare che le iniziative “extra orario” di recupero delle difficoltà di 4/5 bambini (ritorno per due ore nel pomeriggio per due volte a settimana) da me messe in atto con assoluta gratuità e all’interno dell’edificio scolastico, non hanno avuto successo per nulla, vista l’ostilità del corpo insegnante e dell’ingiunzione del direttore a smettere i recuperi!.
Il metodo si rivolge ai bambini che entrano nella prima classe elementare e non è certo adatto a bambini più grandi e già scolarizzati o addirittura ad adolescenti.
Ipotizzo però che alcuni aspetti del metodo (lettura verticale e ritmo di battuta delle vocali, svolto ripartendo da zero e senza fretta, con lo scopo di giungere solo attraverso fasi successive alla lettura “orizzontale” normale) potrebbe ottenere un qualche successo anche con i ragazzi più grandi.
martedì 16 ottobre 2007
DISLESSIA – RECUPERO
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